Approfondimento Al Tema Del Sussidio Grest 2015 “Beati I Puri Di Cuore…”

Beati i puri di cuore perché vedranno Dio
San Teofilo di Antiochia, vescovo

Se dici: “Fammi vedere il tuo Dio”, io ti dirò: “Fammi vedere l’uomo che è in te, e io ti mostrerò il mio Dio”. Fammi vedere quindi se gli occhi della tua anima vedono e le orecchie del tuo cuore ascoltano.

Infatti quelli che vedono con gli occhi del corpo, percepiscono ciò che si svolge in questa vita terrena e distinguono le cose differenti tra di loro: la luce e le tenebre, il bianco e il nero, il brutto e il bello, l’armonioso e il caotico, quanto è ben misurato e quanto non lo è, quanto eccede nelle sue componenti e quanto né è mancante. La stessa cosa si può dire di quanto è di pertinenza delle orecchie e cioè i suoni acuti, i gravi e i dolci.

Allo stesso modo si comportano anche gli orecchi del cuore e gli occhi dell’anima in ordine alla vista di Dio.

Dio, infatti, viene visto da coloro che lo possono vedere cioè da quelli che hanno gli occhi. Ma alcuni li hanno annebbiati e non vedono la luce del sole. Tuttavia per il fatto che i ciechi non vedono, non si può concludere che la luce del sole non brilla. Giustamente perciò essi attribuiscono la loro oscurità a se stessi e ai loro occhi.

Tu hai gli occhi della tua anima annebbiati per i tuoi peccati e le tue cattive azioni.

Come uno specchio risplendente, così deve essere pura l’anima dell’uomo. Quando invece lo specchio si deteriora, il viso dell’uomo non può più essere visto in esso. Allo stesso modo quando il peccato ha preso possesso dell’uomo, egli non può più vedere Dio.

Mostra dunque te stesso. Fa’ vedere se per caso non sei operatore di cose indegne, ladro, calunniatore, iracondo, invidioso, superbo, avaro, arrogante con i tuoi genitori. Dio non si mostra a coloro che operano tali cose, se prima non si siano purificati da ogni macchia. Queste cose ti ottenebrano, come se le tue pupille avessero un diaframma che impedisse loro di fissarsi sul sole.

Ma se vuoi, puoi essere guarito. Affidati al medico ed egli opererà gli occhi della tua anima e del tuo cuore. Chi è questo medico? È Dio, il quale per mezzo del Verbo e della sapienza guarisce e dà la vita. Dio, per mezzo del Verbo e della sapienza, ha creato tutte le cose; infatti «Dalla parola del Signore furono fatti i cieli, dal soffio della sua bocca ogni loro schiera» (Sal 32,6). La sua sapienza è infinita. Con la sapienza Dio ha posto le fondamenta della terra, con la saggezza ha formato i cieli. Per la sua scienza si aprono gli abissi e le nubi stillano rugiada.

Se capisci queste cose, o uomo, e se vivi in purezza, santità e giustizia, puoi vedere Dio. Ma prima di tutti vadano innanzi nel tuo cuore la fede e il timore di Dio e allora comprenderai tutto questo. Quando avrai deposto la tua mortalità e ti sarai rivestito dell’immortalità, allora vedrai Dio secondo i tuoi meriti. Egli infatti fa risuscitare insieme con l’anima anche la tua carne, rendendola immortale e allora, se ora credi in lui, divenuto immortale, vedrai l’Immortale.

(dal «Libro ad Autolico» di san Teofilo di Antiochia, vescovo – Lib. I, 2. 7; PG 6, 1026-1027. 1035)

http://pellegrinineltempo.blogspot.it/2012/03/beati-i-puri-di-cuore-perche-vedranno.html

Approfondimento Al Tema Educativo Grest 2015 Della Fiducia

La fiducia che educa

Don Bosco e la società odierna

Il santo piemontese era cresciuto in un periodo di crisi, delicato, difficile quanto il nostro: il passaggio dalla società contadina all’industriale, da una società rurale a quella urbana, dalla monarchica alla repubblica. Noi stiamo subendo una crisi sul piano economico, tecnologico e culturale. È una società post-industriale, post-moderna, che prefigura una diminuzione del tempo di lavoro a favore del tempo libero: si parla tre-quattro giorni lavorativi e gli altri dedicati al riposo. La domanda che si porrà, ci trova forse impreparati: in quale società vivranno le nuove generazioni? Il tempo libero allungato quali problematiche porrà a livello educativo? Soffermiamoci ai nostri giorni ,ne abbiamo già abbastanza per riflettere (…). I problemi dei giovani sono sempre più evidenti: legati all’insicurezza sul lavoro, ai rapporti con i fenomeni migratori, alla cultura del mondo virtuale e a tanti profondi mutamenti in atto. I giovani più fragili e meno preparati, affettivamente, quelli al margine, rifiutati, vivono in modo turbolento, sofferto l’esclusione sociale, le loro difficoltà ad inserirsi in un mondo che non conoscono e dal quale non sono accettati perché creano problemi, essendo scomodi e scarsamente istruiti.

Il messaggio salesiano

Don Bosco ha ancora qualcosa da dire in questa fase così difficile, dove in troppi evadono dall’educare? I suoi salesiani in un Convegno, dedicato ai diritti del minore, hanno richiamato ancora una volta la priorità dell’educazione, attualizzando il messaggio che Don Bosco ha lanciato in terra di Francia nel 1883: “Non indugiate nell’occuparvi dei giovani, altrimenti loro non indugeranno ad occuparvi di voi”. J.M. Petitclerc, un salesiano che lavora per la città di Parigi sui progetti giovani, lui stesso ha un centro di accoglienza, invita a non dimenticare che sono tre gli elementi che caratterizzano i giovani d’oggi: “la perdita di fiducia nei confronti degli adulti; l’angoscia per il futuro; le difficoltà che incontrano durante il processo di socializzazione”.

La fiducia nei giovani

È importante quindi per noi adulti, nella famiglia, nella scuola, nell’oratorio, nel tempo libero, in politica, recuperare la fiducia dei giovani, sulla quale fondare la nostra autorevolezza delle nostre parole e testimonianze. È essenziale ristabilire una relazione educativa vera, mancando la quale, i giovani sono allo sbando, non hanno riferimenti sicuri. E’ fondamentale poi l’atteggiamento della speranza! Sarebbe una violenza rifiutarla, lasciarsi andare al pessimismo, tanto non c’è più niente da fare! In sintesi, sono questi i valori fondanti la pedagogia di Don Bosco: la fiducia, la relazione di “alleanza”, la speranza. “Senza fiducia – dice Petitclerc – non c’è educazione. Solo attraverso una relazione di fiducia tra il giovane e l’educatore (l’adulto!) si può fondare il concetto di autorevolezza. Tutti gli studi attuali, centrati sul tema della resilienza, confermano che la capacità di cambiamento di un giovane, caduto in comportamenti recidivi, è legata all’incontro con un adulto che ha saputo rivolgere su di lui uno sguardo di fiducia, liberandolo dal proprio passato”.

Ogni ragazzo può essere educato

Non ci sono tecniche per imparare “la fiducia”, l’unica è l’affetto, il voler bene: “senza affetto non c’è fiducia, senza fiducia non c’è educazione”. L’educazione fondata sulla fiducia si basa sulla certezza che ogni bambino, ragazzo, giovane è educabile. Il cardinal Montini parlando ai barabitt di Arese, diceva che ogni ragazzo era redimibile. Il cardinal Tettamanzi infine ci lancia negli oratori e per le strade per raggiungere con l’educazione e con il Vangelo i ragazzi e i giovani in città e in periferia, anche quelli in difficoltà. Proprio loro ci obbligheranno, con le loro domande, a rimetterci continuamente in gioco e a diventare “esperti nell’arte dell’educare”.

don Vittorio Chiari

tratto da www.donboscoland.it/articoli/articolo.php?id=124712